L'anima ampia, la psicosi e la riconciliazione

Tratto da Gli ordini dell'aiuto di Bert Hellinger

Osservazione incidentale: l'anima ampia

Cose che amplia la nostra anima, che la rende più profonda e le permette di crescere? Riporto un semplice esempio: se guardate una persona innocente e un'altra che si è resa colpevole di qualcosa, qual é l'anima più limitata? L'anima dell'innocente. Come mai? Perché chi ambisce all'innocenza bandisce molte cose dalla propria anima. In questo modo resta limitato e rimane un bambino. Chi cresce interiormente, attribuisce nella sua anima un posto a ciò che prima aveva bandito. 
Per poter appartenere alla famiglia in cui cresciamo siamo obbligati a escludere qualcosa e a considerarla come cattiva. Il prezzo per l'appartenenza alla famiglia è liberarsi di qualcosa. Se ciononostante attribuiamo un posto a questo qualcosa nella nostra anima, abbiamo una cattiva coscienza, anche se così facendo otteniamo qualcosa di buono.

Più riusciamo ad attribuire un posto a questo qualcosa nella nostra anima, più siamo vicino alla realtà. Dobbiamo iniziare ad accettare la colpa per ciò che ci fa sentire in colpa e ad attribuirle un posto nella nostra anima. In questo modo ci sentiamo, sì, in colpa, ma più vicini alla terra e più legati agli altri uomini. E ci sentiamo più forti.
All'interno della famiglia talvolta alcune persone vengono escluse o svaniscono dalla memoria. Non si pensa più a loro. Oppure restiamo legati a qualcuno che è morto già da tempo, oppure siamo arrabbiati con qualcuno della famiglia e non vogliamo più averci nulla a che fare.
Cos'accade se soffro a lungo per qualcuno? Una parte della mia anima resta con lui o con lei. Ciò non costituisce un peso solo per me, ma anche per l'altro. Se prendo su me stesso ciò che ho lasciato all'altra persona, l'altro è libero. Se attribuisco un posto nella mia anima a quest'altra persona così com'è, sono arricchito e, sorprendentemente, anche libero. Prendendo con amore, l'altro diventa parte di noi. Allo stesso tempo siamo entrambi liberi.
Un semplice esempio: se attribuisco un posto ai miei genitori nella mia anima con amore, loro sono dentro di me e io mi sento più ampio e ricompensato. Allo stesso tempo sono separato da loro. Sono libero perché ho attribuito loro un posto. Anch’essi si sentono liberi da me, perché li ho accettati. Si tratta dunque di una strana contraddizione: prendere mi arricchisce e allo stesso tempo mi rende libero. Anche l’altra persona si sente libera, perché è stata accettata con amore. Se ho preso qualcosa da lei, non ha perso nulla. Al contrario, anch’essa si è arricchita. Se invece mi rifiuto di prendere qualcosa, diventiamo entrambi più poveri: colui che mi voleva dare qualcosa e io, che mi sono rifiutato di prendere.

Cosa porta alla psicosi?

A cosa servono tutte queste lunghe riflessioni? Hanno a che fare con le dinamiche che causano psicosi in una famiglia. Quando trattiamo clienti psicotici, notiamo che nella loro famiglia qualcosa é stato scacciato, che si evita di guardare qualcosa. Molto spesso si tratta di qualcosa di pericoloso. Ad esempio non si vuole guardare qualcuno che ha ucciso o che è stato ucciso. In particolare la vittima non vuole guardare il carnefice e l'assassino non vuole guardare la sua vittima. Escludono l'altro dalla propria anima, perché l'assassino ha paura di accettare la vittima nella propria anima e la vittima ha paura di attribuire al carnefice un posto nella propria anima. In questo modo una parte dell'anima dell'assassino resta con la sua vittima e una parte dell'anima della vittima resta con il carnefice. Così entrambi sono legati all’altro e non possono liberarsi. Prendendo la vittima nella propria anima il carnefice riprende possesso della sua anima e lo stesso accade alla vittima. In questo modo entrambi diventano completi.
In molte famiglie qualcuno che viene dopo deve rappresentare contemporaneamente la vittima e il carnefice. Può accadere che diventi psicotico. Da una parte si sente come la vittima e dall'altra come il carnefice. Il conflitto fra i due, il fatto di essere alla mercé dell'altro senza la possibilità di trovarsi, viene vissuto dall'anima del cliente che si sente confuso.
Qual è la soluzione? Guardare sia la vittima che il carnefice e metterli uno di fonte all'altro. Così aiutiamo la vittima ad accogliere il carnefice nella propria anima e il carnefice a fare lo stesso con la vittima. Se ci riescono, sono liberi e allo stesso tempo si riconciliano. In questo modo anche l'anima del cliente si riconcilia con entrambi ed entrambi sono liberi.
Ovviamente spesso è molto più complesso di come l'ho descritto. Tuttavia vi consente di farvi un'idea di come possiamo e spesso dobbiamo procedere in questi casi.
Dunque chi è confuso? Non solo il cliente, la famiglia è confusa.
La psicosi è dunque qualcosa che coinvolge tutta la famiglia. Il cliente prende su di sé qualcosa per tutta la famiglia. Quindi non dobbiamo guardare solo il cliente, ma l'intera famiglia. Basta solo questo a togliere un peso al paziente.

Meditazione: la riconciliazione

Chiudete gli occhi. Ognuno pensi alla propria famiglia e guardi tutti coloro che ne fanno parte: i buoni e i cattivi, i violenti e le vittime, i colpevoli e gli innocenti. Andate da ognuno e inchinatevi e dite a ognuno:
"Sì, rispetto te e il tuo destino e le tue decisioni. Ora ti prendo nel mio cuore, così come sei, e tu puoi prendermi nel tuo cuore". Poi giratevi insieme in una direzione, verso l'orizzonte e inchinatevi profondamente.
Davanti a questo orizzonte tutti sono uguali.

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